La messa in scena del Teatro Nazionale di Maribor convince il pubblico padovano
nella Turandot di Giacomo Puccini con la regia di Filippo Tonon.
Non poteva deludere la messa in scena della Turandot al Teatro Verdi di Padova, nelle due date previste del 25 e 27 Ottobre 2019. La felice e ben congeniata regia di Filippo Tonon, ben mette in risalto la psicologia e la contorta mente umana, che in tutta l’opera è il fil rouge che accomuna i personaggi sulla scena. Tonon per questa impresa firma anche le belle scene e le luci dello spettacolo, nell’allestimento del Teatro Nazionale di Maribor. Azzeccati anche i costumi curati da Cristina Aceti che, ricercati nella loro semplicità, catturano lo spettatore per i colori sgargianti e la lucentezza abbagliante che emanano.
Per l’occasione anche l’Orchestra ed il Corpo di Ballo del Teatro Nazionale di Maribor fa tappa a Padova, ed insieme ai cantanti in cartellone fanno si che lo spettacolo scorra tranquillo e senza tanti intoppi, tranne per un inizio un po’ scollato tra buca e palcoscenico, dove ci sono stati evidentissimi disallineamenti di tempo con il Coro ma recuperati senza troppi danni.
Tempi serrati, quelli imposti dal Direttore d’Orchestra Alvise Casellati, e sonorità potenti hanno pervaso il piccolo teatro padovano, catturando così il pubblico in sala che, alla fine, ha apprezzato la sua concertazione della complessa partitura pucciniana con il finale di Franco Alfano, ricca di cambi di tempo e ritmi diversi alternati ad un fraseggio sempre lirico e pungente.
Sin dall’inizio dell’opera, nella grande Città Imperiale, la sottomissione del popolo è messa in evidenza da Tonon grazie ai cubi in scena su cui il Mandarino (Cristian Saitta) ricorda loro la feroce legge di Pekino. Sin da subito Saitta si impone con voce potente e ben messa a fuoco, ma anche per le movenze sulla scena cesellate per l’occasione. Si conferma un ottimo interprete pur essendo di giovane età.
Così, ad uno ad uno, entrano in scena i vari personaggi tra cui: il principe ignoto (Calaf), Timur e Liù, i Ministri, L’Imperatore e Turandot.
Bene il Timur di Abramo Rosalen che, con voce calda e profonda, ha interpretato con semplicità il vecchio padre cieco di Liù, mai una sbavatura e sempre pronto vocalmente. Rosalen ha interagito perfettamente con la sua compagna di palcoscenico, la figlia Liù, quest’ultima interpretata da Erika Grimaldi, dalla voce lirica piena e rotonda, che ha proposto una giovane Liù importante e non scontata. Non una “classica” Liù, dalla voce leggera e sottile, ma una Liù di pregio, raffinata e con gusto nel fraseggio, pur tenendo anche dei tempi serrati imposti da Casellati.
Ottima le performance dei tre ministri, Ping, Pong e Pang, rispettivamente Leonardo Galeazzi, Carlos Natale ed Emanuele Giannino che, perfettamente amalgamati vocalmente, si sono rivelati anche bravi attori e pronti a quel rigido ritmo che la parte gli impone. Per noi, i migliori della serata. Complimenti!
Anche il Calaf di Gaston Rivero non è stato da meno. Forse un po’ troppo impetuoso in alcuni momenti, ma di certo ben messo vocalmente, ha sfoggiato una bella voce tenorile per tutta l’opera e in special modo nella sua aria più famosa: “Nessun dorma”. Peccato che a fine esecuzione di questa, molto applaudita dal pubblico, non abbia concesso il bis, il pubblico sicuramente avrebbe gradito.
Antonello Ceron è invece l’Imperatore Altoum: corretto nell’esecuzione in generale, si è avvertita però una certa stanchezza in alcuni momenti, che non hanno tuttavia compromesso la sua performance grazie alla sua grande esperienza sul palcoscenico.
In ultimo lei, la principessa di gelo, Turandot. Interpretata da Rebeca Nash, la sua Turandot è pungente, stretta e proiettata quasi all’urlo. Dopo un’entrata in scena un po’ freddina del secondo atto, si riprende vocalmente nel terzo quando, scaldati i motori e placata la sua ira, cede e si abbandona all’amore di Calaf. La voce della Nash è particolare ma, con i volumi eccessivi dell’orchestra, in alcuni momenti non è stato possibile percepire alcuni acuti. Nel complesso, comunque, Rebeca Nash possiede una voce importante ed è una interprete di questo ruolo da attenzionare nel tempo.
Completano il cast un corretto Tiberiu Marta, nel ruolo del Principe di Persia.
Tanti applausi finali hanno decretato un pieno successo per questo secondo titolo della Stagione Lirica di Padova, che si concluderà in Dicembre con la messa in scena del Don Giovanni di W.A.Mozart.
Salvatore Margarone
La recensione si riferisce alla recita di domenica 27 Ottobre 2019.